Sono qui, nella città eterna...un po' in periferia per la verità. Sta di fatto che in questa stanza mi sento più lontana dal mare e non credo sia solo una suggestione. Il tempo è stato poco, come sempre, come al solito. Tanti affetti, tanti chilometri, tutti questi minuti che non bastano mai...credo che ci sia veramente tanto amore...per fortuna. Oppure io non mi faccio mai bene i conti.
Domenica riparto.
All'andata mi è andata bene tutto sommato...sono stata testimone di scene di vita di non poco conto: la coppia ragazza dell'est sfortunata/anziano signore "tuttaduntrattoringiovanito" con gli occhiali scuri, jeans all'ultimo grido, giubottino sportivo, e chewingum masticato alla velocità della luce. Lei invece: borsa firmata comprata dall'anziano dopo amplessi supportati da ingenti quantità di viagra, racconti pseudo drammatici su quanto sia stata dura la sua vita e di quanto sia stata fortunata a trovare in lui, per giunta pelato ma non del tutto, l'ammmore "dela sua vvitta". Ormai non me lo chiedo manco più. Che cosa? Non lo dico manco.
Subito dopo sono salite due civette travestite da studentesse di qualcosa che riuscivano con le loro urla a superare la barriera del suono del mio mp3 sparato a tutto volume nelle mie orecchie. Dapprima hanno, non senza compiacimento perverso come si fa in questi casi, onorato la memoria della collega sfigata che non era passata ai test di ammissione, facendole una sorta di funerale alla buona. Poi hanno suggellato la loro nuova "amicizia" (che durerà sì e no forse un semestre) con racconti vari e aneddoti più o meno insignificanti. Poi una delle due ha voluto dimostrare quanto fosse brava nei test psicoattitudinale esultando ad ogni risposta esatta sotto lo sguardo rassegnato e contrariato dell'altra che alla fine le ha dovuto dire, con riluttanza, ma lo ha dovuto fare: " Eh sì...sei brava"....
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